“Difendo Dio…”; e l’uomo?

Da cristiano che tenta di alimentare ogni giorno la propria fragile fede nel Dio di Gesù Cristo, quando ho sentito la Meloni affermare in Ungheria, insieme al suo amico Orban: “Difendo Dio, la patria e la famiglia”, mi si sono rivoltate le viscere e mi sono venute un sacco di domande che auspico siano venute a molti altri uomini e donne. Ma davvero Meloni crede che Dio abbia bisogno di essere difesa da lei e dal suo amico ungherese? Ma qual’è il Dio che Meloni vuol difendere? Vuole difendere Dio da chi e da che cosa? Qual’è il pericolo che secondo Meloni starebbe per incombere su quel Dio?… E cercando di trovare qualche risposta a questi miei quesiti, che mi piacerebbe molto porre personalmente a Meloni, mi sono venute alcune riflessioni, combinando la sua affermazione con i suoi orientamenti politici che si stanno tramutando in provvedimenti legislativi in materia di immigrazione. Secondo me, quello che Meloni vorrebbe difendere, è il dio che nella storia, anche quella recente, molti governanti hanno utilizzato contro il nemico, contro altre religioni, contro chi la pensava diversamente, contro altre culture, cioè sempre contro qualcuno. Così siamo giunti al paradosso che due Paesi in guerra tra loro invocassero lo stesso Dio affinchè benedicesse le proprie armi e la propria  Patria: vi immaginate l’imbarazzo di quel dio? Per la Meloni, oggi, difendere dio e la Patria significa, nella pratica, difenderli “dall’invasione” di immigrati che nella maggior parte riconoscono un dio diverso dal suo. Allora bisogna difendere i confini della Patria evitando in tutti i modi che partano dall’altra sponda del Mediterraneo, contrastando i trafficanti che forniscono loro i barconi, criminalizzando le ONG che salvano i profughi in mare, promettendo respingimenti a tutto spiano… Il tutto in nome di quel dio da difendere. Poi ascolto le parole di papa Francesco a Marsiglia, che fino a prova contraria è, per la dottrina cattolica, il Vicario di Cristo su questa Terra, e sento discorsi totalmente opposti a quelli della Meloni. Allora non faccio fatica a capire che il Dio di Francesco e di tutti coloro che praticano la carità nei confronti di chi cerca di fuggire dall’inferno di guerre e di miserie, non è certamente il dio della Meloni. Il dio della Meloni e di tanti altri governanti e politici europei che stanno cavalcando il tema del contrasto totale alle migrazioni in funzione di accumulare consensi in vista delle elezioni europee del prossimo anno, è un dio nazionalista, discriminatorio, populista, repressivo,,, cioè un dio che non esiste. Fortunatamente, in Europa, si sentono anche voci dissonanti rispetto al coro populista del contrasto: ultima, la voce della Germania che ha annunciato sostegni economici alle ONG che operano per il salvataggio dei migranti, ricevendo immediatamente gli strali di Meloni e Salvini. Nel caso della Germania, non viene invocato nessun dio, ma, per chi ha qualche dimestichezza con le cose che riguardano la fede, non è difficile capire che Dio, quello che si è incarnato in Gesù Cristo, è dalla parte di chi opera per la vita e per la pari dignità di ogni persona e non dalla parte di chi offre calci nel sedere a chi cerca la prospettiva di una vita più sicura e più dignitosa, anche mettendo a rischio una vita, carica però di violenze e di stenti. La strumentalizzazione di Dio per fini politico/elettorali la ritengo personalmente un atto becero e sacrilego da condannare senza scusanti, da qualsiasi parte venga praticata.

Gruppo di cammino

Si comunica che come concordato con i partecipanti, il Gruppo di Cammino è sospeso per tutta l’estate. Si riprende a camminare in gruppo Martedì 5 settembre 2023 con partenza dal circolo ACLI. Un augurio di buone vacanze
Flavio Berardi